venerdì 31 dicembre 2010

La caccia

La caccia e la pesca furono tra le attività più praticate nell’antico Egitto fin dall’Epoca Preistorica e naturalmente hanno sempre fornito carne e pesce per l’alimentazione degli egiziani. In epoca storica la caccia, almeno per quanto riguarda gli animali di grossa taglia, rimase come attività di tipo sportivo da parte dei ricchi nobili, che spesso si dedicavano a cacciare nel deserto o lungo il Nilo lepri, leoni, gazzelle, ippopotami, e così via. Rimase invece sempre molto praticata la caccia agli uccelli, non solo come divertimento di personaggi facoltosi, ma soprattutto per riempire, insieme al pesce, le mense delle famiglie dei ceti più bassi: si tratta soprattutto di piccioni, anatre, oche, gru e vari tipi di uccelli acquatici. I volatili venivano catturati mediante una rete tesa su uno specchio d’acqua tra due pertiche: tirando da riva una corda, le pertiche si ribaltavano chiudendo la rete e tutti gli uccelli che vi si erano posati ignari. A riva i volatili venivano subito uccisi, spennati, ripuliti delle interiora e messi sotto sale dentro grosse giare, per essere conservate.
Le scene dipinte o in rilievo sulle pareti delle tombe, che dovevano ricreare la produzione di alimenti per la vita oltremondana del defunto, ci mostrano che alcuni tipi di uccelli venivano anche allevati: anatre, oche e gru appaiono rinchiuse in recinti con inservienti che introducono a forza nei becchi una specie di pastone cotto su bracieri, per far ingrassare i volatili; il modo più comune per cucinarli era di arrostirli sul fuoco infilzati sugli spiedi. Mentre le uova, anche di struzzo, erano presenti sulla mensa egizia, il pollo compare solo in Epoca Romana.
L’allevamento a scopo alimentare era praticato nell’antico Egitto soprattutto per i bovini, utilizzati anche per i lavori agricoli, e per ovini e caprini. Nelle macellerie venivano sgozzati buoi soprattutto di una particolare razza che forniva abbondante carne e grasso; il sangue veniva utilizzato per produrre una specie di sanguinaccio, mentre il fegato, molto apprezzato, poteva servire anche ad insaporire delle focacce; il grasso era usato per cucinare. Gli egiziani preferivano alla carne arrostita quella lessata, con la quale potevano essere preparati anche succulenti pasticci.
Altri animali allevati per l’alimentazione erano i conigli e i maiali, ma la carne di questi ultimi era esclusa dalle offerte funerarie e da quelle dedicate alle divinità nei templi; nell’Antico Regno è attestato anche l’allevamento di alcune specie selvatiche, come le iene e le gazzelle.
Anche la pesca è oggetto di numerose scene sulle pareti delle tombe: il pesce era il cibo più comune per chi non poteva permettersi quotidianamente la carne, anche se compare pure sulle tavole dei ricchi, ed era molto facile procurarselo, essendo il Nilo molto pescoso. Le tecniche di pesca erano diverse, ma la più usata era quella con la rete a strascico, che consisteva in una barca che attraversava il corso d’acqua trainando una rete e ritornava al punto di partenza richiudendola e imprigionando i vari pesci. La pesca con la lenza, con o senza canna, era ritenuta perlopiù un divertimento per i facoltosi dignitari, che la praticavano nei laghetti artificiali dei giardini delle loro ville.
Sulla riva, come per gli uccelli, i pesci venivano aperti, puliti dalle interiora, appesi a seccare e infine posti sotto sale dentro grandi giare per la conservazione; il pesce fresco era invece cucinato di solito arrosto o lessato. Dalle uova dei muggini era ricavata anche una specie di bottarga: le uova estratte durante la pulitura dei pesci venivano salate e quindi appallottolate e pressate. Oltre ai muggini, il Nilo era ricco di anguille, carpe, tilapia e pesci gatto; sulle tavole d’offerta funerarie però i pesci non compaiono mai; il vero motivo di questa esclusione è sconosciuto. Bisogna ricordare inoltre che nella religione egizia numerose divinità erano adorate sotto l’aspetto di animali, i quali pertanto non potevano essere oggetto di alimentazione nelle località sede del loro culto.
                                                                                              Valeria D' egitto

mercoledì 29 dicembre 2010

La sfinge

Nella mitologia greca - che la raffigura dotata di ali e con la testa di una donna - era stata mandata da Era, in segno di punizione, contro la città di Tebe. Insediatasi sopra una rupe sopra il monte Citerone, poneva l'enigma o sciarada a chi passava, divorando coloro che non riuscivano a venire a capo del quesito.
L'indovinello - consistente nell'individuare quale fosse l'animale che al mattino cammina su quattro zampe, a mezzogiorno su due e alla sera con tre - ebbe la sua soluzione e la sua risposta (ovvero l'uomo perché quando è bambino ossia al mattino della vita cammina carponi con le mani per terra e quindi con quattro zampe; a mezzogiorno, nel fiore dell'età cammina con due piedi; e da vecchio, ossia al tramonto della vita, non reggendogli più le gambe è costretto a servirsi del bastone e così cammina con tre piedi) da Edipo. Sconfitta, la sfinge si dette la morte gettandosi da una rupe (anche se, secondo altre versioni della leggenda, ad ucciderla sarebbe stato lo stesso Edipo).
Si ritiene che la sfinge greca non sia derivata da quella egizia, ma appartenga ad un indipendente sostrato mitologico di area mesopotamica.
Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è custodito un cratere apulo che si ritiene illustri un altro mito (a noi non pervenuto) avente la Sfinge come protagonista: un sileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano. L'analogia con una favola di Esopo (la n. 55, in cui un contadino, per dimostrare l'onniscienza dell'oracolo di Delfi, si reca presso di lui con un passero in mano, e gli chiede se ha con sè una cosa vivente o non vivente, pronto ad uccidere l'uccellino nel caso la risposta sia la prima) ha fatto pensare che il sileno stia sottoponendo la sfinge ad un enigma, cosa che rovescerebbe il mito di Edipo; ma i due potrebbero anche essere intenti ad una gara pacifica, antecedente all'episodio edipeo. Si è anche supposto che la figurazione possa essere collegata al dramma satiresco di Eschilo La Sfinge, ma la sua interpretazione è ancora controversa. In ogni caso il cratere testimonia la diffusione del mito della Sfinge nell'area greco-italica.

Ora la storia della piramide più grossa d'egitto

La piramide di Cheope é una delle sette meravigle del mondo antico arrivate fino a noi ...IL suo ideatore è Cheope lui haveva  paura dei profanatori di tombe perchè la tomba di sua madre è stata profanata ......Cheope salì al trono a l'età di 20 anni è inizio subito a costruire la sua tomba perchè voleva battere suo padre che haveva inventato la piramide come ora la conosciamo infatti prima esistevano piramidi costruite con tanti quadrati soprapposti e Cheope custrui una piramide così grande che ci vollero 20 anni per costrurla .Quando Cheope mirì lo portarono dentro la sua tomba ma non era  solo perchè Cheope era così strbo che si face chiudere le uscite rompendo il soffitto  per avere il risultato di chiusura . nella tomba c'èrano due  fori che permettevano allo spirito del faraone di arrivare alle stelle


che geni è?? ^_^

Struttura e arredi del palazzo

La reggia di Akhenatom che risale circa al 1353-133 a.C.chiamata anche"l'orizzonte di Atom"è sicuramente la più nota è la reggia più conservata dell'antico egitto . nel centro della capitale c'è  il palazzo reale diviso in due dalla strada è collegatoda un ponte che ha tre aperture e da una finestrella ed infine è inbellito da delle piscine

martedì 28 dicembre 2010

La bellezza ed e l'eganza che incanta da millengni

La tomba  di Nefertari ha una bellezza unica risale circa al 1250 a.C.essa fà si che quando si entra non sembri un luogo di riposo eterno ma bensì luogo di vitalità e di maestosità ,tutte le pareti sono sotto un cielo stellato a Nefertari MERY-EN-mut"la più bella di tutte la amata da Mut"  soprannominata anche "dolce amore"e"la ricca di fascino"e anche"la bella d'aspetto"...... La sua tomba è stata scoperta da Ernesto Schiaparelli nel 1904 ma trovata depredata cioè stata scassinata da profanatori di tombe e comunque la sua tomba è la QV66 nella valle delle regine la più bella!!!

la vita quotidiana di corte

Un testo del medio regno ci decrive un palazzo reale per la prima volta .. il protagonista di questo testo  dice che ha toccato il suolo fra le sfingi mentre lo aspettavano i bambini sulla porta d'ingresso della casa reale e gli amici che lo accompagavano alla sala dei pilastri e che li  ha  trovato il faraone sul suo trono nel portale in lega d'oro e d'argento .questa è una testimonianza che quello che dicono gli studiosi corrisponde alla realtà...... a malquata sono stati ritrovati molti testiche descrivono il sovrano in azioni di caccia e guerra questi testi sono stati trovati nelle steli di Ermonti che descriveva le abbilità di  tutmosi II (1479-1424)...

Come vivevano i faraoni...

Il tesoro di Tutankhamon scoperto intatto da Howard Carter nel 1922, ha avuto lo scopo di arricchire le nostre conoscenze sul tema della vita di corte.
Il Faraone a quei tempi era considerato una DIVINITA', trascorreva una vita riservata e solitaria per nascondere la parte umana del suo esistere. La sua vita era molto impegnata .... In fine diventò l'unico sacerdote d' Egitto., svolgeva il ruolo di tramite tra il mondo degli idei e degli uomini. Il suo compito non era solo questo ma anche di prendere decisioni importati per il suo popolo,conduceva battaglie con il suo esercito... Beh che dire una vita ben impegnata vero??.... vi aspetto per il prossimo post!! Seguitemi ;)

                                                                                                              -Valeria D' Egitto-